SIAMO TUTTI ANIMALI | corteo per i macachi e altre voci



Forse per la prima volta
(o questa volta, tra le altre, è rara)
tantissime associazioni e altrettanti enti 
che operano sul territorio italiano 
per la protezione, la tutela, il rispetto delle leggi 
per la difesa degli animali 
collaborano e si uniscono, si alleano e si sostengono
per dire 
NO!

La questione riguarda le Università di Psicologia di Torino e di Parma. I Dipartimenti, l'Ordine degli Psicologi del Piemonte e alcuni ricercatori ancorati al modello animale si sono confrontati in maniera accesa con gli scienziati e i ricercatori che ormai da anni propongono nuove possibilità per evitare, quando non solo ridurre, l'utilizzo di animali nei laboratori, e con le associazioni animaliste. Come mai domani tante persone scenderanno in piazza? 

Sei macachi hanno dato il La.

Ed è partito il dibattito. Ed è iniziata la lotta perché finalmente - si spera - un Barlume di Coscienza colga il nostro abituale operare per aprire la vista (!) a nuove prospettive.

Nei prossimi giorni intervisterò un collega, docente alla Sapienza, che fa parte di OSA | http://www.oltrelasperimentazioneanimale.eu/index.html | potrete poi leggere la nostra conversazione su Psiconline. Lo stesso Roberto Mucelli che invita la popolazione a firmare la petizione rivolta alla ministra Grillo: “Per favore, se ritenete opportuno, la vostra firma sarà preziosa. Tenete conto che non si tratta di fermare una sperimentazione utile all'uomo, perché in questa ricerca sono già presenti metodi non invasivi e human based che sono senz'altro più che sufficienti per raggiungere gli obiettivi. La violenza sui macachi è prevista solo per abitudine di una scienza che non si aggiorna. Quindi, direi, salviamo anche i pazienti umani affetti da blindsight, perché i risultati ottenuti accecando i macachi e sopprimendoli dopo infinite sofferenze non saranno mai utili per affrontare il loro problema ma solo per solleticare l'ego di Marco Tamietto e il portafoglio delle università di Torino e Parma, che si beccheranno due milioni di euro dei nostri soldi.” 

Ecco la petizione: http://chng.it/t9mk6gpKsZ

Nel frattempo, ecco cosa dicono altri medici OSA: http://www.radiorosbrera.com/2019/07/04/elena-venco-ci-spiega-da-medico-e-da-membro-osa-linutilita-della-sperimentazione-sui-macachi-di-torino/

Nel frattempo, al Ministero della Salute è stato avviato un tavolo di confronto, non dimentichiamolo! 

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=comunicatistampa&id=5218

Condivido anche una parte della risposta che la LAV ha scritto per ribattere al comunicato di OPP. Sinceramente, come professionista e come essere umano cosciente, mi trovo in dovere di dissentire dal comunicato dei colleghi e di sostenere invece quanto scritto dalla biologa M.K.

MACACHI DI TORINO, REPLICHIAMO ALLE ACCUSE DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DEL PIEMONTE: LAV HA PRESO LE DISTANZE DA VIOLENZA E MINACCE SIN DALL’INIZIO
Sono tanti i sostenitori, cittadini, scienziati, medici ed etologici, che sempre più a gran voce chiedono l’interruzione della sperimentazione e la liberazione dei macachi stabulati presso l’università di Parma per il progetto “Meccanismi anatomo-fisiologici soggiacenti il recupero della consapevolezza visiva nella scimmia con cecità corticale” voluto dall’Università di Torino, sia per motivazioni etiche che scientifiche: più 253 mila le firme raccolte finora con la nostra petizione su Change.org (change.org/civediamoliberi )
Lascia, invece, amareggiati l’accusa che ci viene mossa dall’Ordine degli psicologi del Piemonte (a cui afferisce il professore che coordina il progetto oggetto della campagna -https://www.ordinepsicologi.piemonte.it/comunicati/esperimenti-sui-macachi-la-posizione-dell-opp) che afferma ”La discussione pubblica, animata da una violenza tale da travalicare in insulti e perfino in minacce personali, è fondata su dati in parte distorti, diffusi attraverso la petizione avviata da LAV”: LAV ha sin dall’inizio preso le distanze da ogni atto violento, minaccia o espressione calunniosa, condannandoli pubblicamente attraverso ogni canale, associativo e media (p.e. Corriere di Torino, 15 giugno, pagina 7).
Rappresentanti e volontari LAV, inoltre, a parti inverse, hanno ricevuto le stesse minacce e offese da parte di chi lavora con gli animali, ma non ci sembra siano state prese pubblicamente le distanze da tali comportamenti, né dall’Ordine degli Psicologi di Torino, né dai responsabili della ricerca: evidentemente esistono insulti di serie a e b!
L’Ordine degli Psicologi, peraltro, anziché esprimere una posizione propria, basandosi su un’analisi imparziale dei vari punti di vista, ha fatto proprie le argomentazioni che si leggono sul sito dell’Università, riportandole integralmente.
Quanto al progetto “Lightup”, sono sempre più le voci autorevoli che lo criticano, ritenendolo eticamente inaccettabile e contestabile dal punto di vista scientifico: il Jane Goodall Institute Italia, e due importanti realtà scientifiche come Limav e Osa, che riuniscono ricercatori e professionisti di varie discipline nella ricerca, che si sono dichiarate contrarie a questa sperimentazione, sollevando dubbi e perplessità tra cui si legge: “Come è possibile studiare su un modello animale non validato, per di più nell’ottica complessa della riabilitazione dei malati, una condizione così singolare e rara come il blindsight, tale da aver turbato non solo alcuni assunti neurofisiologici, ma anche filosofici, in quanto caratterizzata da presenza di elaborazione in assenza di consapevolezza?”. Ma anche singoli professionisti che smontano, ancora una volta, le posizioni riportate da Research4life e dall’Università di Torino (https://alfredolio.wordpress.com/2019/06/17/caso-macachi-in-risposta-alle-universita-degli-studi-di-torino-e-parma/?fbclid=IwAR1Za-ueF-_cRH0yrVVJF6cJMQesnjwsFC1e0lDGQi6f6RZvIDEa6NDehmo), e Mirta Baiamonte, presidente di Penco Bioscience, biomedico, biotecnologo ed embriologo clinico, che in una lunga dichiarazione pubblicata su la Gazzetta di Parma, afferma come l’unica ricerca portatrice di risultati sia quella “human based” (https://www.gazzettadiparma.it/servizi/animali/2019/06/25/news/sperimentazione_animale_risultati_solo_da_quella_human_based_-1295547/).

Roma, 1° luglio 2019

Michela Kuan
Biologa, responsabile LAV 
Area “Ricerca senza animali”

Sto seguendo le interessanti iniziative di Artists United for Animals (sono orgogliosa di farne parte) e di SOS Gaia, con le trasmissioni televisive condotte dalla giornalista Rosalba Nattero. Se volete saperne di più, potete seguire le pagine Social o leggere questo articolo: http://www.radioveg.it/news/artists-united-for-animals-si-schiera-con-i-macachi

Per concludere… vogliamo una scienza a misura d’uomo, un uomo che ricordi di essere ancora anima animale. 
Una misura che non sfrutti le vite altrui per salvare le nostre.

Buon corteo a tutti i partecipanti, dunque. 
E che la coscienza di tanti possa accendersi.

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