VADO A TROVARE UN POETA MENTRE RIFLETTO SULLE AVANGUARDIE | ARRIGO LORA TOTINO - il fanciullo creativo, il maestro saggio e altri appunti

Fotografie e immagini dalla casa di Arrigo Lora Totino, poeta.

AVAN-GUARDANDO 

Non si possono superare i maestri senza conoscerli. Non si può costruire il nuovo sulle rovine totali del vecchio. Non si può rifare il mondo negando tutte le acquisizioni del già esplorato. Ogni movimento parte dal punto precedente, lo sviluppa arando il terreno che fu dei padri. La storia umana - non è una novità - è fatta di corsi e ricorsi che dentro di noi segnano il ritmo del presente ricamando un arazzo con i fili del passato per portare il significato delle nostre azioni verso il futuro.

Il nuovo pensiero, che sia inventiva individuale o progetto di gruppo, potrà nascere e crescere in ogni campo delle relazioni umane, potrà svilupparsi senza diventare tirannia o morte vivente del pensiero stesso, se e solo se il modus operandi del fanciullo (e ricordiamolo, diciamolo che questa epoca è un'epoca borderline improntata sul vivere collettivo in maniera eternamente adolescente) non imparerà a fare i conti con quel che nelle radici c'è di buono per agire azioni connesse con la coscienza. E con la conoscenza della storia.

AVANGUARDIE PSICOLOGICHE

Faccio un esempio che mi fa venire in mente una giornata di pioggia. Immagino l'acqua che cade dal cielo e scroscia, acqua che diventa pozzanghere. Un clima alla Blade Runner, per dire. Niente di nuovo: è il clima archetipico, è la distopia reale (paradosso!) del mondo di oggi. Scelgo un argomento a caso per il mio esempio. Beh, dai, non proprio a caso, dal momento che mi sto preparando su questo argomento per un congresso internazionale di psicologia analiticaOccupandomi negli ultimi tempi di formalizzare le mie esplorazioni sugli sviluppi contemporanei del pensiero post-femminista e sulle differenze di genere mi sto addentrando nell'argomento gestazione per altri: corpo di madre nella surrogacy, affitto di uteri. Come se l'utero, reso collettivamente elemento isterico, potesse essere concretizzato a vaso alchemico della trasformazione e della nascita degenerato a segno. De-simbolizzato. Usato come mero contenitore privo del corpo in un corpo privato dell'anima, svenduto da donne schiave (nei paesi più poveri) o venduto a caro prezzo e "donato" (nei paesi più ricchi) per la felicità (o la pseudo-felicità?) di coppie eterosessuali, di single, di coppie omosessuali. Del desiderio che non sa rinunciare a se stesso ho già scritto abbastanza nei post precedenti, negli articoli su www.psychiatryonline.it e altrove. 

Come se le stelle fossero a portata di mano, gli uomini e le donne del mondo contemporaneo pensano di poter realizzare ogni ideale dimenticando a terra il corpo morto, frammentato, fatto a pezzi. Senza pensare, anche solo "a volte", di rinunciare alla realizzazione dei desideri, tenendo il desiderio al caldo per fecondare il mondo interno. Per andare a cercare la propria androginia interiore, la completezza - ben diversa da quella esteriore, la quale, per corsi e ricorsi storici (appunto) è sempre e da sempre emblema della decadenza di ogni impero e dell'Io come funzione della coscienza.

Persino gli psicologi e gli psicoterapeuti non sono concordi nel giudizio sull'argomento, oscillando tra perfetti esempi di una psicologia meramente Puer che arriva a negare, nel nome di un generico diritto alla genitorialità, l'importanza di decenni di studi sull'attaccamento ed esempi di psicologia Senex, rigidamente ancorata a questa o quella teoria.  C'è chi si deve ancora fare un'idea. Chi non sa che cosa pensare. Chi si fa trasportare convinto dallo spirito del tempo e inneggia più o meno consapevolmente al "superamento" di teorie "obsolete" quali la necessità di una madre come base fondante la vita e la costruzione dell'Io, chi sceglie di seguire. Partendo dal fatto, innegabile e scientificamente dimostrato, che i bambini cresciuti in famiglie omosessuali, monoparentali e non necessariamente "tradizionali" si siano comunque rivelati adolescenti e giovani adulti con una propria identità ed equilibrio, ci si confonde facilmente arrivando a definire la non-necessità della madre e ipotizzando la parità tra le figure materna e paterna. Negando in questo modo tutta la tradizione scientifica che con Donald Winnicott, John Bowlby (per citare i più noti) ha fatto dell'attaccamento tra neonato e madre il fondamento della capacità relazionale umana. Il fatto che i bambini crescano in qualsiasi tipo di famiglia, con o senza madre, perché si adattano e sviluppano se stessi secondo la propria esperienza non significa che si debba avallare l'esperienza forzata di separazione dalla madre in fase neonatale. Gli studi anche recenti sul l'attaccamento dimostrano infatti che la diade madre-bambino è totale prima di potersi pensare separata e che questa circolarità è base vitale per uno sviluppo sereno.

Tenere da conto i maestri prima di forzare la mano sul nuovo (che si tratti di nuove politiche, nuove tecnologie, nuove ...) è il vero movimento


GUARDANDO AVANTI

Le avanguardie artistiche, letterarie e poetiche si sono mosse sempre annusando il nuovo nell'aria e rivisitando il passato per mischiare le carte.  

A volte, le carte sono andate perdute. 

Altre volte, le avanguardie hanno spezzato le carte per poi, molti anni dopo, ricomporle.

Nelle carte a noi note come arcani maggiori, immagini altamente simboliche delle quali ho già ripetutamente parlato in questo sito, Il Papa (V) è l'arcano del padre con i suoi valori tradizionali e spirituali, un significato traducibile in linguaggio istituzionale. È rispetto delle radici e del nome, del gruppo umano e delle genti, del riconoscimento del valore delle leggi.

Il passato è un maestro, è guida da ascoltare perché prima di noi ha varcato la soglia del tempio. 

La sua parola è Verbo, saggezza del quarto stadio dell'Animus - lo spirito nella donna - e dello spirito maschile. E' il maestro che sentiamo valido, quello che possiamo definire tale dall'interno, autonomamente, perché portatore di senso, custode e generoso dispensatore di oro simbolico. Un maestro da ascoltare, per poi andare oltre ma non necessariamente contro

E adesso .


ARRIGO LORA TOTINO

Recentemente, sono stata ospite di Arrigo Lora Totino e di sua moglie Lou.

Nato nel 1928, Arrigo, è un maestro. E' l'ultimo dei poeti futuristi, nonché il Padre della poesia sonora e della poesia concreta - visiva, opera d'arte fruibile con lo sguardo e con i sensi - e delle sperimentazioni liquide, ginniche... 

La sua poesia è corpo vivo.

L'uomo ha dimenticato la sua corporeità - scrive Lou, moglie e compagna, amica e complice, organizzatrice e sorella, amore del poeta - ed è per questo che l'opera di Arrigo Lora Totino a volte ironica e satirica ci riporta l'immagine di un corpo sollecitato dai bisogni, che si ritaglia nel mondo il proprio ambiente, corpo da sanare, da uccidere, da redimere, da disfare, corpo inconscio, simbolo da reinterpretare.

C'è un solo modo per ridare vita al corpo-oggetto reso mero segno. Per ridare senso agli dei scaduti a materiali del nostro mondo a frammenti. Ogni Puer volante, idealizzante, ideologizzate ha da ritrovare il Maestro-il Padre-il Verbo attraverso quell'anima cucitrice di simboli che vive nel rispetto e nel valore da ri-collegare al principio femminile incarnato. 

Alle donne vere e complete. Al rapporto con la fonte naturale della vita. La madre. La terra che è il dio sopra il quale camminiamo.

E per finire, aggiungo il link dell'articolo su Arrigo Lora Torino scritto dal torinese Max Ponte, poeta e organizzatore di Poetry Slam, con il quale parteciperò ad un evento, un reading, il 17 Novembre prossimo. Ulteriori dettagli nei prossimi articoli. 

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/02/13/a-casa-di-arrigo-lora-totino/

C. G. Jung - Mysterium coniunctionis 
James Hillman - Saggi sul Puer
  
  

VBM

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Commenti

  1. È un tempo in cui lo sfruttamento degli abitanti e delle terre dei paesi più poveri è generalizzato perché siamo anche noi europei figli di un grosso elefante stremato, di una vita arida, allo stremo. Viviamo il corpo ancora con disprezzo illudendoci di poterlo manipolare a piacimento. Compriamo ciò che desideriamo. Compriamo rassicurazioni sulla nostra identità senza riflettere guardandoci dentro. Compriamo...

    - identità apparenti di eterna bellezza fisica, estetica e di corrispondenze con il nostro intimo sentire e sentirci giovani anche se abbiamo settant'anni. La mente cade a pezzi ma il corpo è gonfio, siliconato, tagliuzzato, reificato al l'ennesima potenza.

    - figli creati in provetta cogliendo un utero da una parte, un ovulo dall'altra, mischiando lo sperma e mischiando il tutto per ottenere un bambino a nostro uso e consumo, dimenticando i legami, le radici, i significati, i bisogni. Eroicamente ci rivolgiamo a pratiche legalmente accettate in alcuni paesi ma non temiamo di andare a sfruttare una schiava costretta ad eterna gestazione in India o in Nepal. Il desiderio è padrone. Il desiderio è divo.

    Nei paesi in cui la pratica risulta accettata ci rivolgiamo alle nuove meretrici dell'utero, alle divine ierodule della gestazione, inflazionate e idropiche Grandi Madri che non sono votate a nessuna dea. La dea sta morendo con la terra e con il significato suo sposo. C'è un grido ma nessuno lo ascolta. "(Madri, mostri,)macchine" (Rosy Braidotti) coprono il rumore creato dalle domande, dai dubbi, dalle realtà evidenti: non c'è più il senso ma il segno regna.

    Sigmund Freud e i pensatori della psicanalisi aprirono gli occhi in tempi diversi. Tempi nei quali dire "pancia" era un insulto, una bestemmia che si poteva solo sussurrare o drammatizzare con l'isteria. Oggi, nella grande isteria collettiva, il pensiero "psi" necessita di parole nuove. Le parole che non abbiano paura di emergere DISTOPICHE, acute, a richiamo del sentire profondo. Nella grande isteria collettiva c'è bisogno di parole di donna. Laiche. Corporee. Unite. Che non abbiano paura di dire ai gay maschi che quando affittano una madre stanno compiendo un atto di estrema misoginia, senza timore di essere additate come omofobiche. Che non abbiano paura di ricordare: "Memento mori" in un periodo storico in cui l'angoscia di morte è messa a tacere con la plastica. Che non abbiano paura di parlare. Perché troveranno la mano di altre pensatrici che canteranno con loro.

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