IL CURRICULUM DEL LETTORE | LE MIE SIGNORINE NON TANTO PER BENE- #paroleombra

#CurriculumDelLettore - parte seconda - adolescenza e anni universitari


LE MIE SIGNORINE NON TANTO PER BENE

La prima parte del #CurriculumDelLettore si trova on line, all’indirizzo:
http://paroleombra.com/2015/10/14/curriculumdellettore-di-unindomita-valeria-b-mian/#more-1128



Ho avuto l’onore di partecipare alla bella iniziativa proposta da #paroleombra, ovvero da Rita Fortunato, iniziativa cresciuta all’interno della community di #adotta1blogger, il gruppo creato e curato da Paola Chiesa.

Dopo essere stata ospite di #paroleombra proseguo adesso qui, narrando la seconda parte di un viaggio immaginale tra le pagine dei libri che ho amato. 

Lo ammetto: revisionare il periplo della lettrice ha stimolato in me ricordi profumati di mare, memorie piratesche. Nella prima parte del discorso ho raccontato di Long John Silver e del piccolo Jim alla ricerca del tesoro; ho cantato dei capitani e dei marinai. 

"Quindici uomini! Quindici uomini sulla cassa del morto!"

« Fifteen men on the dead man's chest—
Yo-ho-ho, and a bottle of rum!
Drink and the devil had done for the rest—
Yo-ho-ho, and a bottle of rum! »

Ho aperto l’oblò per respirare la brezza proveniente dalle storie che mi coinvolgono ancora oggi. Ho scrutato il passato con il cannocchiale e sono stata colta dalle onde di idee nuove, sulla rotta per il futuro. Non a caso – e davvero dico non a caso, perché il tutto è nato dopo aver scritto l’articolo per #paroleombra - sulla rivista Niedern Gasse sto lavorando adesso insieme a Paola Silvia Dolci ad una nuova rubrica dal titolo #treasuremaps.

#treasuremaps con Paola Silvia Dolci
#lavorincorso

Raccontando di me a #paroleombra ho anche accennato alla figura di Pippi Calzelunghe e alle fanciulle creative, alle donne che mi hanno ispirata attraverso la carta stampata. Regine della propria vita, le femmine che ho scelto come modelli - o che mi hanno scelta, facendosi spontaneamente modelli per me attraverso le parole - da imitare e dai quali apprendere mi hanno regalato un'adolescenza di bauli ricolmi di energia infuocata; mi hanno parlato dalle pagine dei romanzi di formazione erotica, sentimentale e psicologica. Sono state tutte, beh, ecco, direi … signorine non tanto per bene.

Moll, Jane, O, Wanda e le altre: 
il romanzo di formazione erotica e il percorso di individuazione.

A quattordici anni mi sono persa e ritrovata tra le pagine di Daniel Defoe, già autore di Robinson Crusoe, per scoprire le Fortune e sfortune della famosa Moll FlandersSi tratta di un romanzo agli albori del romanzo, poiché questo libro è stato scritto nel 1722 ed è la storia di una donna nata nelle prigioni di Newgate da madre condannata a morte ma poi deportata in America. La bella e audace fanciulla oscilla tra la seduzione come arma per riscattarsi da una vita di stenti e l’autonomia ribelle. La storia ci mostra una donna intraprendente e contro-corrente, uno spirito androgino che ha preso dimora in un corpo femminile. Un corpo favoloso che lei utilizza per sopravvivere in un mondo e in un'epoca che non sono a misura delle donne. Sembra non esserci mai una evoluzione in meglio, di certo non è possibile il raggiungimento della felicità, tra matrimoni fatti di scivoloni, cadute e lente risalite. Eppure, in qualche modo, Moll Flanders riesce sempre a cavarsela.

"Le fortune e sfortune della famosa Moll Flanders, ecc. Che nacque a Newgate, e durante una vita di continui cambiamenti per una sessantina d'anni dopo l'infanzia, fu per dodici anni prostituta, cinque volte moglie (compresa una volta con suo fratello), dodici anni ladra, otto anni delinquente deportata in Virginia; alla fine divenne ricca, visse onestamente e morì pentita. Trascritto dalle sue memorie."

Come Moll Flanders mi condusse nella Londra del settecento, Jane Eyre mi aprì le porte di Thornfield Hall. Il romanzo di Charlotte Bronte (1847) fu realmente educativo, perché mi proiettai decisa nella forza di carattere di una fanciulla intelligente e profonda, capace di leggere "l'ombra della luce" (cito volutamente Franco Battiato). 



Jane si ribella sin dall’inizio alle cattiverie dei cugini e degli insegnanti del collegio; sceglie la propria strada anche al di là dei sentimenti che prova per il signor Rochester, fascinoso, byroniano uomo dei sogni
La libertà interiore viene per lei prima di tutto, persino prima della passione; solamente quando la passione potrà maturare, mostrandosi nell’aspetto del sentimento - la cecità parziale di Rochester, la separazione dalla folle Bertha – Jane ritornerà sui propri passi, rinnovata, per rivitalizzare la controparte maschile, "lo sposo alchemico" ormai non più tanto byroniano quanto decisamente più simile a quel che Nadia Fusini intendeva con compagno, fratello inquieto.

"… la gratitudine e molti sentimenti analoghi, tutti piacevoli e caldi, facevano del suo viso l’oggetto che più amavo vedere (Jane, a proposito di Rochester) ..."

Da Jane Eyre ai romanzi di Jane Austen, aperti obbligatoriamente per il corso di inglese al liceo, il passo fu breve. Non disprezzai affatto le donne della Austen, e nemmeno gli uomini, soprattutto la figura del Capitano Wentworth (vedi prima parte, piratesco-marinaresca del mio #CurriculumDelLettore) in Persuasione, un romanzo del 1817, pubblicato postumo. Donne e uomini in relazione, donne con velleità d’autonomia nonostante tutto, nonostante l’epoca. Signore disposte ad unirsi solo a uomini capaci di mettersi in gioco. Nonostante tutto, nonostante l’epoca.

Formazione per formazione, tra i vari romanzi che ho letto mi sono rimasti in mente i percorsi erotici. 

Histoire d’Oad esempio, il romanzo di Dominique Auly pubblicato sotto lo pseudonimo di Pauline Reage

Incappai in questa storia durante gli anni universitari, commentandola davanti ad un caffè con la mia coinquilina, arrabbiandomi parecchio perché la protagonista preferiva godere del sesso in schiavitù, annullando se stessa per mettere la dea Venere alla gogna. All'epoca, questo racconto un po’ perverso mi pareva la perfetta rappresentazione simbolica di tante storie d'amore reali, situazioni in cui le donne non avevano alcuna voce in capitolo, relazioni vissute dalle amiche e dalle conoscenti con i vari fidanzati e amanti, ed esperite anche da me durante gli anni di "ricerca affettiva" - tra possessi, ossessioni, bassezze e pochezze maschili. 
Avrei dovuto leggere Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch per ottenere soddisfazione e riscrivere mentalmente il finale di quella storia, per rifarmi seguendo il desiderio di liberare O dalla propria scelta di passività, dalla prigionia mentale e fisica. Avrei dovuto conoscere la bella Wanda.

Wanda Von Dunayev, la "Venere del Nord" è colei che spezza il gioco e il giogo relazionale rendendosi libera e viva. L'aristocratico galiziano Severin, il protagonista del romanzo, è un intellettuale  riservato  schivo, un "dilettante della vita" che trascorre pigramente le sue noiose giornate in una stazione  termale dei  Carpazi. Prima ancora di incontrare Wanda, egli si crogiola  pensando alla Venere di pietra che si erge tra le piante del giardino; una statua senza amore è quel che lo scrittore spera per se stesso, ovvero una donna che lo distrugga e per la quale struggersi, consumandosi nel corpo e nello spirito. Severin-Masoch cerca la  Donna e  la vuole fissata in un sorriso di sasso privo di calore; egli aspira ad una Pandora-oggetto che si faccia soggetto di crudeltà senza mai poter decidere.    
Wanda è forte e molto passionale ma scivola subito nei giochi di Severin- forse perché in fondo al suo animo teme il vero potere, quello dato dal collegamento con il destino e con la voce autonoma del femminile. 

"Rinuncio al vostro rispetto ipocrita, preferisco essere felice ..." 

Di Wanda ho già parlato  in questo stesso sito, in uno dei primi articoli, ovvero:

http://barlumidicoscienza.blogspot.it/2015/06/veneri-e-pellicce-processo-sommario.html

Sottoposta al potere di Severin, lei non ci sta. Non fino in fondo. Dopo averne esauditi i più reconditi desideri, non essendo in realtà né una donna sottomessa, né una vera dominatrice, Wanda abbandona il "padrone-schiavo", ovvero l'uomo in generale, l'uomo che, al di là delle azioni descritte nel libro, rappresenta di fatto la media di tutti i rapporti tradizionali e per nulla alla pari. 
Donne con l'energia di Wanda Von Dunayev le avrei ritrovate un po' dappertutto nei libri, perché solo quel tipo di immagine avrei privilegiato durante gli anni della mia trasformazione da ragazzina a donna. Sempre in lotta e sempre in viaggio sulla strada delle libertà. La stessa libertà che avrei riconosciuto nelle biografie delle scrittrici, delle filosofe, delle psicoanaliste per le quali mi sarei infiammata durante la giovinezza. 

Spiriti indipendenti quali Lou Andreas Salomé.

Se non è  "l'eterno  femminino la  forza che spinge  questa ragazza, è forse l'eterno mascolino ", disse Nietzsche a proposito dellgiovane russa che  ingravidò l'anima creativa di tanti uomini illustri, filosofi e poeti, e fu da loro psichicamente fecondata in relazioni piene di ispirazione. 
Lou emanava l'intensità di entrambi i sessi. 
E' dello spirito di lei che tutti si innamorarono e, come scrive Nadia Fusini

"Dove lei giunge, nasce qualcosa, o qualcuno. Lei è il creatore. E perciò nella famosa foto, Nietzsche la vuole sul carretto, col frustino. Sovrana." 




Lou è Regina del suo regno, libera nello scegliere il proprio sviluppo personale a
scapito di qualsiasi convenzione e rapporto ingabbiante. 
Nella donna che fu Lou Andreas Salomé, l'immagine di un ideale erotico maschile staticizzatosi in Wanda con scudiscio e pelliccia trascende in completezza androgina, rivivificando il potere penetrante, contenente ed espulsivo  (d'altronde, l'utero della  madre  spinge il feto verso la luce e non è meramente contenitore in cui questo feto cresce e sta al calduccio) di un  principio femminile che sa reinventarsi ogni volta sulla via, alla ricerca del significato della propria vita. Un femminile che vive in piena coscienza di se stesso.

"Essa (la libertà) si riscatta in noi nei momenti più gravi della nostra esistenza, quando la nostra coscienza non dice: vorrei ... ma: eccomi, sono qui e non posso fare altrimenti!"  


Le biografie e l’identità delle donne.

Le biografie. La Salomé io l'ho gustata pagina dopo pagina grazie a Mia sorella mia sposa di Heinz F. Peters. I Diari di Anais Nin, l'opera di una vita a partire dal 1931, li ho divorati e immaginati notte dopo notte, nota dopo nota: ci sono entrata dentro, li ho vissuti. Potessi incontrare queste donne oggi; potessi dire loro grazie io lo farei. 

Anzi, sapete che cosa vi dico? 
Io lo dico: "Grazie!" 

Un grazie ad Anais Nin, Lou Salomé e a tutte le altre signore e signorine in carne ed ossa o di carta - Jane Austen e Charlotte Bronte, Elisabeth Bennett e Jane Eyre. Grazie anche a Justine di Lawrence Durrell (un'immagine femminile creata dalla penna di un uomo) e così Moll Flanders, e Wanda, e ... 

Grazie io lo mormoro alle onde, e poi, girando la ruota dei venti insieme al timone, riparto anticipando che nel terzo e ultimo capitolo del mio #CurriculumDelLettore troverete i saggi, la poesia, il colore noir, e il giallo.
A presto ...










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