EROTISMI D'ESTATE | #scrittrici #scrittori #donnefatali

HOKUSAI - Pescatrice con piovra - un'immagine settecentesca di erotismo totale

Mi piace l'idea di andare a recuperare le figure femminili che ho amato nella mia giovinezza. 

Lo faccio rispolverando il vecchio sito e salvando i volti e le voci che ho amato, prima di passare definitivamente alla sede barlumidicoscienza.blogspot.com; lo faccio con Justine di Lawrence Durrell (scrittore che fu amico di Henry Miller e di Anais Nin).

Lei continua ad essere una delle mie più care amiche di carta. L'ho amata per la sua rudezza. Per il fascino potente. Per la sua nevrosi. Per la sensualità del corpo e dell'anima: "Mi ricordava quella razza di tremende regine che lasciavano dietro di se', sospeso come una nuvola sopra il subconscio alessandrino, l'odore di ammoniaca dei loro amori incestuosi. Le gigantesche gatte divoratrici di uomini come Arsinoe erano le sue vere consanguinee. Pure, da dietro le azioni di Justine si affacciava qualcosa di diverso, nato da una più tarda filosofia tragica in cui la moralità deve essere pesata contro la personalità furfantesca. Era la vittima di dubbi veramente eroici. Riesco nondimeno a scorgere un rapporto diretto tra l'immagine di Justine china sopra il feto dentro l'acquaio sporco e la povera Sofia di Valentino morta di un amore tanto perfetto quanto sviato."

Justine è bella e ricca, appassionata di alchimia e cabala. È materia grezza essa stessa, come ho già descritto in un altro articolo, citandola. È rappresentativa del motto alchemico: "Si trova nelle cloache."

Un rapporto d'amore tragico e filosofia che si nutre di pensiero erotico nasce tra la protagonista del romanzo (che è la prima parte del "Quartetto di Alessandria")  e il narratore, uno scrittore che latita in una sorta di esilio creativo.
Questo rapporto cresce nell'ombra della relazione che lo scrittore ha instaurato con Melissa, ballerina, e che Justine stessa ha avviato con Nessim, suo marito.

"Mi sto abituando all'idea di considerare l'atto sessuale come un processo che coinvolge quattro persone. Ci sarà da discuterne parecchio", scriveva Sigmund Freud a Fliess nel 1899, ed è citato da Lawrence Durrell.

Sul QUATERNIO, però è Carl Gustav Jung che ci illumina, tirando in ballo le proiezioni dell'Animus e dell'Anima in ogni uno di noi. I protagonisti di questo romanzo operano alchemicamente con le proprie controparti ma non possiedono la coscienza degli alchimisti adepto e soror mystica intenti a creare la Pietra Filosofale nel Mutus Liber seicentesco lavorando insieme con Luna e Sole.

La storia finisce tragicamente. Nessun ritiro delle proiezioni ma la fuga per Justine, l'isolamento nostalgico per lo scrittore (che segue la stessa linea depressiva con la quale inizia a raccontare il romanzo) e la morte per gli altri personaggi principali. Solo una bimba, una neonata creatura - l'oro insperato - sarà la speranza dell'altro e dell'oltre-decadenza. Non posso qui dilungarmi su altre figure importanti quali Clea, ad esempio, la saggia amica lesbica del narratore. Ma di certo il femminile descritto da Durrell non è mai banale o scontato.

Per ulteriori dettagli vi rimando al libro. Prefazione di Elemire Zolla, nientemeno. Introvabile volume, ormai da collezione o mercatino, nell'edizione italiana Longanesi, 1968.

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